Quando è nato MaCheBuoni, siamo stati letteralmente travolti dagli eventi. Era appena partita l’emergenza Covid-19 e dovevamo riorganizzare il lavoro il prima possibile. La priorità era adeguarsi velocemente per riuscire a fornire un servizio adatto alla nuova situazione in cui ci trovavamo. Siamo partiti e basta, senza pianificazioni, senza marketing e grafiche accattivanti, solo seguendo l’istinto (di sopravvivenza!).
A distanza di 6 mesi, mi sembra il momento di fare un piccolo salto di qualità. Quindi torniamo alla domanda iniziale: “perché parlare di cucina (se non sai cucinare)?”. La risposta è che attraverso questo blog vorrei raccontarvi il dietro le quinte di MaCheBuoni. Vorrei parlarvi di come nascono le ricette, delle persone che collaborano al progetto, delle difficoltà e delle soddisfazioni di tutti i giorni. E vorrei farlo attraverso il mio punto di vista, che parte proprio dalla cucina. Non sono molto brava ai fornelli: un piatto di pasta o una frittata sono le mie creazioni più elaborate. I miei figli sono sempre inappetenti se preparo io la cena, mentre puliscono il piatto quando vanno dalla nonna. Un po’ come il calzolaio che ha le scarpe rotte: la mia azienda produce piatti pronti, ma io che sono la titolare non li so cucinare. Conosco i miei limiti, ma posso tranquillamente affermare che in cucina ci sono nata e cresciuta. Per me la cucina era la possibilità di stare vicina a mamma quando io ero piccola e lei lavorava al ristorante: a 4 anni impastavo gli gnocchi, a 11 friggevo patatine e preparavo taglieri. La cucina era il profumo dei cannelloni a casa di nonna, le tavolate zii e cugini. La cucina per me è un po’ come la Madeleine di Proust. Beh certo, siamo nelle Marche, quindi invece che di Madeleine sarebbe più indicato citare un bel coniglio in potacchio o un panino al ciauscolo, ma il concetto non cambia.
Vivo questa azienda a tutto tondo, e lo faccio perché è uno stimolo continuo a crescere e migliorarmi, non solo perché devo portare a casa uno stipendio. Perciò ecco, mi presento: sono Maila Perugini, 34 anni, cuoca mancata e titolare di un’azienda di pasti pronti. Spero di farvi un po’ sorridere con i miei racconti, di incuriosirvi e di creare uno spazio che mi permetta di avere un riscontro diretto con chi acquista (o non acquista) i miei prodotti.
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